Amrita Om

Massaggio Base Svedese

TECNICHE E OLI NEL MASSAGGIO AYURVEDICO

Ormai negli ultimi anni le richieste di corsi di ayurveda e massaggio ayurvedico si stanno moltiplicando; ovviamente molti operatori e utenti sono totalmente confusi leggendo e confrontando varie nozioni e informazioni circa l’Ayurveda, spesso molto contrastanti tra di loro.

Mi soffermerò, non essendo un medico, solo su alcuni chiarimenti circa il massaggio, impropriamente chiamato MASSAGGIO AYURVEDICO o AYURVEDA. Da tempo molti operatori o clienti mi chiedono: “mi fai un massaggio VATA, PITHA O KAPHA oppure il linfodrenaggio ayurvedico oppure x, y massaggio?”

In Ayurveda il massaggio è una parte fondamentale del POORVA KARMA (procedure preparatorie del Panchakarma – tecniche di purificazione interna); infatti il massaggio viene consigliato a qualsiasi tipologia/costituzione (vata, pitha, kapha o un mix di queste). In alcuni casi, all’interno delle procedure preparatorie al Panchakarma, rientra anche SWEDA KARMA (terapie di sudorazione), chiamata qui in occidente Swedana e anche la somministrazione interna di oli e unguenti.

Da specificare che le procedure di Poorva Karma sono fondamentali al fine di rendere il più possibile liquide le tossine che stazionano all’interno del corpo, portandole nel tratto gastrointestinale e infine, tramite il Panchakarma, eliminarle portandole all’esterno.

Compito del medico ayurvedico, invece, fornire rimedici ayurvedici o oli specifici (anche per uso interno). Nel caso, l’operatore ayurvedico, potrebbe valutare l’utilizzo di un olio rispetto ad un altro, magari più efficace per il riequilibrio energetico di un soggetto; nella maggior parte dei casi è sufficiente utilizzare olio di sesamo per tutti i dosha, in alcune persone e stagioni ottimo anche l’olio di cocco. Da valutare, inoltre, gli oli da tener presente per il massaggio alla testa e in alcuni trattamenti ayurvedici (shirodhara, vasti, etc etc).

Un altro aspetto molto importante è che NON ESISTONO 3 DIVERSI TIPI DI MASSAGGIO, il massaggio a livello mondiale, come sempre affermo, è uno; risulta idoneo, come tutte le tecniche corporee, valutare “l’atteggiamento manuale” da utilizzare su un soggetto rispetto ad un altro, in quanto ognuno ha una sua storia (fisica ed energetica) e sarebbe bene che ogni operatore sviluppasse un certo feeling e sensibilità affinchè un massaggio diventi per ogni ricevente un’esperienza unica e non dettata da una sterile sequenza o valutazione di uno squilibrio.

Non per ultimo ricordiamo la differenza abissale tra le competenze di un MEDICO AYURVEDICO e le competenze di un OPERATORE AYURVEDICO, in particolar modo in Italia. Il medico può valutare percorsi di cura vera e propria con il supporto di massaggi, farmaci ayurvedici ma anche tecniche di purificazione interna. L’operatore invece può praticare trattamenti esterni e non interni, non può prescrivere rimedi o farmaci, non può effettuare diagnosi, al massimo può consigliare uno stile di vita idoneo a seconda degli squilibri riscontrati, senza invadere il campo medico/sanitario. L’operatore non è un Terapista.

Termino con un’affermazione del grande Maestro Joythimayananda circa i 3 diversi stili di massaggio per Vata, Pitha e Kapha:

” Non è necessario lavorare solo con un metodo alla volta, anzi più di uno può essere usato nel corso dello stesso massaggio. L’ideale sarebbe massaggiare con queste tre tecniche insieme per riequilibrare i Tre Dosha. Sebbene geneticamente ciascun individuo presenti una certa tipologia Dosha – prevalente, si possono verificare dominanze momentanee. Così la maggior parte del tempo deve essere dedicato alla tecnica del Dosha che è momentaneamente colpito…..”

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